
Obesità infantile e Covid: affrontiamo la Covibesity
L’obesità infantile è una delle conseguenze più negative della pandemia da covid 19. L’aumento di peso e della circonferenza addominale sono i principali fattori che possono mettere a rischio la nostra salute.
Obesità nei bambini in Italia: pre e post pandemia
I bambini e gli adolescenti italiani registravano tassi di sovrappeso superiori al 20% e di obesità superiori al 9 % già prima della pandemia.
Questo dato è aumentato a seguito dell’avvento del Covid, in quanto circa il 40% dei bambini ha modificato le proprie abitudini alimentari. È aumentato il consumo di snack, succhi di frutta e bevande zuccherate. Parallelamente è aumentata anche la sedentarietà, complice anche la didattica a distanza.
Alla luce di questo, diventa ancora più importante promuovere un’educazione alimentare corretta. Infatti, l’epidemia di obesità non è meno preoccupante di quella generata dal Covid.
Dieta per bambini in sovrappeso o obesi
Mi piace dire che non esiste una dieta per i bambini. Esiste un corretto stile di vita alimentare di tutto il nucleo familiare: i genitori sono un modello anche da questo punto di vista.
Per quanto riguarda l’approccio alimentare più indicato, sicuramente è quello della dieta mediterranea, con i suoi colori e sapori, con il suo apporto salvifico di frutta e verdura.
Gli elementi più importanti, sia per gli adulti che per i bambini, sono:
- Non saltare la colazione;
- Limitare le bevande zuccherate;
- Consumare le giuste quantità degli alimenti;
- Limitare il consumo di snack e brioches confezionate a favore di merende fatte in casa;
- Ridurre la sedentarietà e le ore passate davanti allo schermo, quindi aumentare l’attività fisica giornaliera.
Per un migliore approccio al cibo occorre godersi ogni pasto. Dovremo quindi rendere appetibile ogni alimento, in quanto l’occhio vuole la sua parte nella consumazione di un pasto. Non dobbiamo inoltre trasmettere ai bambini un’accezione morale rispetto agli alimenti: non esiste un cibo giusto e uno sbagliato, ma occorre consumare tutto con equilibrio.
Il piatto unico per grandi e bambini
La prima digestione avviene con i sensi: davvero difficile da immaginare, ma è così.
C’è un primo step della digestione che si chiama fase cefalica e si innesca già con il rumore delle stoviglie e prosegue quando ci si trova di fronte a un piatto attraente e profumato, che ci fa venire l’acquolina. La stessa acquolina è un succo enzimatico che serve a cominciare la digestione e a preparare lo stomaco all’ingresso del cibo.
Il piatto unico è un’ottima soluzione per mettere in tavola pasti sani, colorati e pieni di gusto.
Si tratta di un modello semplice e immediato per rispettare le giuste proporzioni e le corrette combinazioni alimentari.
I piatti unici, infatti, contengono le giuste proporzioni di:
- carboidrati: sotto forma di verdure, cereali integrali o patate, che ci forniscono energie
- proteine animali e\o vegetali: è bello alternare e garantirsi un’alimentazione varia
- fibre: le verdure sono le vere protagoniste di un pasto e non un contorno
- lipidi: condimenti sani, grassi buoni che potenziano lo stato di salute
Partendo dal presupposto che non esistono cibi buoni e cibi cattivi, un piatto unico può essere sia sano che molto condito e goloso. Per sano, non si intende necessariamente dietetico, ma con una migliore qualità organolettica degli alimenti.
Affinché una dieta sia sostenibile a lungo termine i piatti unici devono essere alternati.
L’insalata non fa dimagrire come il dolce non fa ingrassare: di ogni cosa esiste la dose giusta. Come diceva Paracelso e come ripeto sempre ai miei pazienti, “è la dose che fa il veleno”.
Disturbi alimentari e Covid
Oltre al sovrappeso e all’obesità, diverse forme di malnutrizione sono state aggravate dalla pandemia. Il tasso di disturbi alimentari (DCA) risulta aumentato del 30%.
Un disturbo alimentare è la risultante di quello che siamo, del luogo da cui proveniamo, del nostro background familiare e della nostra personalità. In un epoca di solitudine e isolamento come questa, ogni dca ha trovato terreno fertile per affiorare in superficie. Nella mia esperienza lavorativa ho sempre considerato il disturbo alimentare come un’armatura, un’armatura che protegge, ma che diventa ogni giorno più pesante da indossare.
Lavorare su una buona educazione alimentare e su un approccio salutare e gioioso al cibo, può essere utile a prevenire l’insorgere di questo tipo di problematiche.
Biologa nutrizionista esperta in disturbi alimentari e obesità infantile
Dopo la lettura di questo articolo, mi presento: sono la dottoressa Manuela Laurenza, biologa nutrizionista ed esperta in clinica dei disturbi alimentari e obesità infantile, nonché ideatrice del metodo Zerofame. Spero tu abbia trovato informazioni utili. Se desideri un approfondimento, tuttavia, ti invito a richiedere la consulenza di un professionista: una buona educazione alimentare può migliorare molto la tua vita e quella di chi ami.