Come affrontare le paure dei bambini
Se anche solo una volta abbiamo detto ai nostri bambini una di queste frasi: Non bisogna avere paura. Bisogna essere coraggiosi. Non sono cose di cui avere paura. Figurati se adesso devi avere paura del buio, del dottore, dei temporali… come prima risposta a una delle loro paure, siamo nel posto giusto per fermarsi a riflettere.
Cos’è la paura?
“La paura è un’emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia. La paura è spesso accompagnata da una reazione organica, di cui è responsabile il sistema nervoso autonomo, che prepara l’organismo alla situazione d’emergenza, disponendolo, anche se in modo non specifico, all’apprestamento delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di lotta e fuga”. (U. Galimberti)
Le paure rappresentano, infatti, una tappa importante dello sviluppo psicologico ed emotivo dei bambini e delle bambine, è uno dei modi che il bambino ha a disposizione per esprimere, anche a livello simbolico, le difficoltà naturali che incontra quando deve separasi da ciò che non conosce, per distaccarsi dalle figure di rifermento e fare nuove esperienze, a volte anche dolorose.
Perché non devi sottovalutare le paure dei bambini
Le paure dei bambini e delle bambine non sono paure “piccole”. Sono paure proporzionali alla loro età, alla loro dimensione e percezione della realtà.
Sono paure che cambiano con l’età, sono specifiche di una certa fase dello sviluppo oppure possono nascere da vissuti/eventi traumatici, che noi grandi potremmo avere la tentazione di sminuire, perché le misuriamo con il metro dell’adulto. Se l’adulto non le accoglie e non da loro il giusto spazio emotivo e peso di senso, per i bambini e le bambine, le paure possono trasformarsi in ostacoli enormi. Vi sono paure che fanno parte delle tappe della crescita: la paura del buio, della notte, della separazione, dell’abbandono, dei fantasmi, del temporale, del lupo, del dottore… Ma non per questo, perché sono passeggere, vanno sottovalutate.
Come esprimono le paure i bambini?
La paura è un’emozione adattiva, è un segnale che comunica la percezione di un pericolo, un rischio, ma a volte può capitare che nascono e si sviluppano paure eccessive e invalidanti.
Ogni bambino e ogni bambina, esprime le paure a seconda dell’età, del carattere, a volte con parole, ma difficilmente si esprimono con la frase “ho paura di…”, anzi, dicono frasi del tipo: Non voglio fare questo come se fossero bloccati. Stanno lontani da ciò che percepiscono come pericolo, oppure passano all’attacco, diventando aggressivi.
Inoltre, proprio perché la dimensione emotiva, mentale e corporea sono intrecciate, non si può escludere la comparsa di sintomi fisici tipo: mal di pancia, di testa, vomito, contrazione dei muscoli, sudorazione, tremore, etc… Un “ascolto attivo” da parte dell’adulto verso il bambino e la bambina, lo/la accompagna nel il riconoscimento di questi sintomi.
Cosa fare come adulto di fronte alla paura di un bambino
Con un’accoglienza emotiva, tranquillizzante fatta di poche parole, solo un “sono qui”, un abbraccio, un “ci sono e accolgo la tua emozione”, con una carezza.
Si tratta, di abbassare il livello di attivazione emotiva, riportarla ad un livello di intensità più basso.
In questa situazione, l’adulto si metterà dal punto di vista del bambino e della bambina, e vedrà la realtà con i suoi occhi. Sentirsi accolto/a ed ascoltato/a, aiuterà il piccolo a raccontare l’esperienza vissuta e generatrice di paura. Spesso si pensa alle paure come qualcosa da evitare, quando in realtà affrontare i nostri timori è l’unico modo per gestirli. Può capitare, che un genitore avverte che il bambino/a sta provando un’emozione dolorosa o legata ad un disagio, può avere la tentazione di non parlarne per un senso di protezione nei confronti del piccolo. In realtà, come già detto, la vera protezione è accogliere l’emozione, con la propria presenza affettiva, fisica, mentale e, solo in un secondo momento, quando il bambino/a si sarà sentito/a ascoltato/a e rassicurato/a si potrà aiutarlo/a a raccontarla, riconoscerla, gestirla ed agirla.
Quali strumenti possono aiutare?
La cosa più importante, come sempre, è lasciare che i bambini esprimano liberamente le loro emozioni, attraverso il racconto, il gioco, il disegno, etc….
Come i bambini si raccontano, anche l’adulto può aiutare il piccolo a gestire le sue paure attraverso un linguaggio appropriato che non è solo quello diretto e relazionale, ma anche quello indiretto, immaginifico, metaforico tipico delle storie che gli adulti raccontano e che i bambini amano farsi raccontare.
Indispensabile è mettere il bambino e la bambina nella condizione e nel modo più autentico e spontaneo possibile.
Cosa non fare davanti ad un’espressione di paura
Non sottovalutare mai ciò che il bambino e la bambina ci presenta, trasmettendogli il messaggio che quello che prova, non è importante.
Oppure, erroneo è proporre un “distrattore, come: offrire una caramella, pensa ad altro, guarda passa il treno, guarda l’uccellino!
Evitare di insistere su raccomandazioni che a volte creano paura. Il rischio è che la paura diventi più frequente, intensa, persistente e si espanda: ad esempio, la paura dei cani diventa la paura degli animali, ostacolando l’esplorazione e l ‘apertura del bambino al mondo. A volte, le paure e le preoccupazioni degli adulti vengono tramandate ai bambini.
In conclusione, gli adulti hanno la responsabilità di aiutare il bambino e la bambina ad allenare la capacità di dare senso e significato alle esperienze, rispettando le tappe dello sviluppo cognitivo e dalla crescita individuale.