
Chi è il pedagogista, cosa fa, a cosa serve: la guida completa
Esiste una certa confusione rispetto alla figura del pedagogista. Sebbene sia un ruolo fondamentale nell’educazione e nella formazione del bambino, è ancora poco conosciuto. Si tratta di una figura professionale che ha il grande vantaggio di partire dalla quotidianità delle persone: le fatiche, le difficoltà e le soddisfazioni che si sperimentano nella vita di tutti i giorni.
In questo articolo proviamo a fare emergere con più chiarezza il valore e l’utilità di una consulenza pedagogica.
A cosa serve la pedagogia
Il pedagogista si occupa sia di educazione che di formazione. Quindi, a seconda della specializzazione, può sostenere i genitori in diversi modi:
- aiutare a riflettere e mettere a fuoco un progetto di vita
- lavorare sugli aspetti più sensibili della quotidianità
- svolgere una valutazione educativa
- compiere attività di osservazione e di potenziamento
- supportare la coppia o la persona nel delicato ruolo genitoriale
Molte persone sentono il bisogno di parlare con qualcuno di problematiche relative ai propri bambini. Chi frequenta nidi o scuole dell’infanzia probabilmente ha avuto modo di incrociare il pedagogista in ambito scolastico ma le sue funzioni non si esauriscono all’interno di quei contesti.
L’incontro con il pedagogista è basato sulla relazione educativa e sul “qui e ora”. Ed è proprio attraverso la relazione con l’esperto che si impara a prendere maggiore consapevolezza e fiducia nelle proprie capacità. Nell’ambito del sostegno alla genitorialità la preparazione del pedagogista sul rapporto teoria/prassi è fondamentale. A partire dalla concretezza delle azioni o delle difficoltà riscontrate dai genitori, l’esperto è in grado di individuare i modelli educativi che stanno a monte dei comportamenti messi in atto e può svolgere l’importante compito di mettere in evidenza altre azioni possibili.
Oltre a lavorare con i genitori il pedagogista può attivare percorsi anche con i bambini che possono essere:
- di osservazione, per poi lavorare con gli adulti su alcune dinamiche.
- di osservazione e potenziamento, in cui il bambino è soggetto attivo. In questi casi si lavora con lui su competenze ed emozioni, tenendo conto dell’integralità della sua persona e delle sue caratteristiche.
Cosa si fa dal pedagogista
L’incontro con i genitori si può svolgere sia dal vivo che online, il che consente maggiore flessibilità in termini organizzativi.
Con i bambini, invece, è necessario che l’incontro avvenga in presenza. Questo proprio perché la relazione educativa che si instaura è lo strumento principale di lavoro e lo schermo sarebbe un vero e proprio ostacolo.
In genere chi si rivolge al pedagogista parte da tematiche concrete. Ad esempio, nella fascia 0-3 i temi più ricorrenti sono i ritmi sonno/veglia, i cosiddetti “capricci” o la gestione delle autonomie. Nel periodo 3-6 anni alcune tematiche dominanti sono la relazione con gli altri, il passaggio alla scuola primaria, la gestione della rabbia e delle emozioni.
Attraverso queste tematiche il pedagogista ha modo di farsi una prima idea della situazione ed entrare in punta di piedi nel modello familiare di ciascuno.
L’obiettivo è quello di esplorare la relazione familiare in collaborazione con gli utenti, favorendo l’individuazione di soluzioni concrete alle problematiche contingenti. Un altro aspetto importante è legato al prendere consapevolezza delle proprie risorse, al fine di sostenere la famiglia nell’attivazione e nell’individuazione di nuovi e più efficaci modelli educativi.
Pedagogista o psicologo? Le differenze nel percorso
Il pedagogista non è uno psicologo, né un medico. Se nel corso dell’incontro emerge che una mamma o un papà hanno difficoltà personali profonde che affondano le radici nel passato, il pedagogista consiglia solitamente l’intervento dello psicologo.
Se nei colloqui o nelle osservazioni ci si accorge di una problematica del bambino che non c’entra solo con il modello educativo di riferimento, l’esperto rimanderà l’attenzione su un’assistenza medica che coinvolga il pediatra o il neuropsichiatra infantile.
La figura del pedagogista, dello psicologo e dei medici specialisti sono complementari, una non esclude l’altra. Sicuramente il ruolo del pedagogista è quello di fare in modo che ogni utente possa porsi obiettivi raggiungibili con le proprie forze, secondo quello che è l’equilibrio della persona o della famiglia.
Quanti incontri occorrono da un pedagogista?
È possibile rivolgersi una tantum ad un esperto dell’educazione per affrontare una tematica precisa. Durante il primo incontro si attiva un confronto, ma talvolta può essere utile approfondire la riflessione per confermare o mettere in discussione gli elementi emersi: pensieri, fatiche, pratiche educative. È comunque sempre consigliabile un secondo incontro di verifica con l’esperto, durante il quale si può iniziare a svelare retaggi legati alla famiglia d’origine.
In base alle esigenze è possibile attivare percorsi che abbiano degli obiettivi specifici. In questo caso è necessario un impianto diverso: dopo aver inquadrato la questione con incontri di conoscenza preliminare si stabilisce un lavoro periodico di riflessione e attivazione, all’interno di un circuito a feedback tra esperto e utente/i. Una delle più importanti caratteristiche delle consulenze pedagogiche è quella di rendere autonome le persone coinvolte, di conseguenza non dovrebbero mai essere protratte per lunghi periodi.
In sintesi l’obiettivo di una consulenza pedagogica è quello di instaurare una relazione educativa che tenga conto della specificità della persona o della famiglia e che miri a:
- Favorire un confronto costruttivo
- Favorire consapevolezza
- Individuare strategie educative, attivando le risorse delle persone coinvolte, attraverso l’osservazione e il potenziamento (bambini e adulti)
Si può affermare che la consulenza pedagogica sia un vero e proprio dispositivo di empowerment familiare o della persona. Nel pieno rispetto delle diversità, il pedagogista punta a far emergere le potenzialità e le competenze di ciascuno.