Tre modi per educare alla parità di genere (anche a Natale)
Nonostante non esistano oggetti specifici per maschi o femmine, i pregiudizi risultano difficili da superare. Molte dinamiche culturali predispongono automaticamente e limitano le persone fin dalla loro infanzia, creando pressioni, convenzioni e luoghi comuni che delineano ruoli di genere, desideri e aspettative stereotipati.
E invece, proprio fin dalla prima infanzia, si può introdurre un nuovo immaginario che gradualmente sfida il tradizionale dualismo maschio/femmina, mitigando le modalità stereotipate di espressione del sé.
Dai colori dei giocattoli ai ruoli di genere
La genderizzazione, ovvero il caratterizzare qualcosa affinché sia immediatamente chiaro il sesso di appartenenza, crea un modello semplice e famigliare in cui riconoscersi, indicando regole ben precise da seguire. I colori e i giocattoli destinati ai primi anni seguono spesso un ordine binario, dove i prodotti indirizzati alle bambine, oltre la predominanza del rosa, presentano linee morbide, con maggiore presenza di decorazioni (cuori, fiori e altri segni) ed effetti luccicanti (glitter, brillantini) e bamboline vestite da fate o principesse. Nei giocattoli orientati ai bambini, si riconosce invece la prevalenza del colore azzurro e temi quali robotica, macchinine, soldatini e bambolotti muscolosi.
Possiamo allungare l’elenco: dalla scelta dello sport, ai comportamenti ed atteggiamenti più opportuni o meno a seconda del proprio genere d’appartenenza, alle diverse narrazioni sociali, dove le femmine sono rappresentate sensibili, più fragili, delicate, mentre i maschi più forti e coraggiosi.
Disparità di genere nei percorsi educativi e professionali
Storicamente, l’istruzione era preponderatamente maschile. Oggi le cose sono cambiate, fortunatamente, eppure persiste lo stereotipo che le ragazze siano meno brave dei ragazzi nelle materie scientifiche. Negli ultimi anni, nonostante sia cresciuta la percentuale delle laureate nelle discipline STEM, esse rimangono una minoranza rispetto ai laureati uomini. Senza dimenticare che le donne, anche se presenti, occupano posizioni professionali più basse, meno retribuite, dove persistono enormi difficoltà a sfondare il soffitto di cristallo (metafora usata per descrivere gli ostacoli invisibili all’avanzamento di carriera e non riconosciuti).
Promuovere l’uguaglianza attraverso l’educazione
L’esempio resta sempre il mezzo più potente: crescere all’interno di un ambiente familiare dove i genitori si dividono i compiti, si supportano a vicenda e compartecipano alla crescita e all’educazione dei figli è un’ ottima partenza, anche se non è sufficiente.
È necessario un cambiamento collettivo partendo dalle agenzie di socializzazione come:
– la scuola, promuovendo valori di libertà di espressione personale e un ambiente di apprendimento equo e inclusivo;
– un’educazione all’affettività e alle emozioni di bambini e bambine come prevenzione alla violenza di genere ma anche come accompagnamento alla scoperta del proprio sentire, delle proprie paure, dei propri desideri ed aspettative;
– la creazione di un ambiente di apprendimento più equo ed inclusivo per assicurare pari opportunità future nell’ambiente lavorativo professionale.
Tuttavia, il cammino è ancora lungo e richiede progetti specifici supportati dall’intera comunità.